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Eventi

FP: appello dei vescovi siciliani

14 ottobre 2014

Formazione professionale, appello dei vescovi: "E' un'emergenza sociale, salvate gli enti"

Documento della Conferenza episcopale siciliana per chiedere alla politica di sbloccare i pagamenti ed evitare i licenziamenti del personale"

 

Sbloccare i pagamenti per evitare la chiusura degli enti di formazione professionale in Sicilia con i conseguenti licenziamenti di lavoratori e la preclusione di un percorso di studi per migliaia di ragazzi.

E' l'appello lanciato dalla Conferenza episcopale siciliana che, riunita a Palermo, ha voluto redigere un documento a sostegno dei 1500 operatori della formazione che - si legge nel documento firmato dai vescovi siciliani - "non ricevono da oltre un anno gli stipendi, pur continuando a svolgere il loro compito educativo e sociale".

"A oggi 2.500 minori in obbligo di istruzione, iscritti ai percorsi di formazione per l'anno 2014/2015, non hanno alcuna garanzia in merito alla prosecuzione del loro percorso scolastico - proseguono i vescovi - Inoltre oltre 3.500 allievi minori iscritti alle terze annualità dell'anno scolastico 2013/2014 non sono ancora in aula dopo oltre un anno dal naturale avvio delle attività, non possono fruire del loro diritto e di fatto hanno perduto un anno della loro vita, trovandosi in dispersione scolastica e fuori da ogni circuito didattico, facili prede di tutte le mafie".

Per la Chiesa siciliana la crisi della Formazione professionale in Sicilia è una vera e propria "emergenza sociale". Per questo i vescovi "auspicano la definizione di una politica della formazione  che progetti  programmi a garanzia dei ragazzi, dei giovani, dei lavoratori, del bene comune e dello sviluppo economico-professionale della nostra Sicilia - conclude il documento - Auspicano inoltre che vengano sbloccati i pagamenti pregressi per evitare la chiusura degli enti e il licenziamento del personale con le conseguenti condizioni di emergenza sociale per le famiglie coinvolte: una situazione che la Sicilia non può permettersi